Pronto alla chiamata dalle terre di Westeros ed Essos, approdo alla recensione di Game of Thrones. Ammetto che seguire e comprendere le diverse tracce della vicenda non è sempre facile. Ma questa serie ha il grande pregio di essere così ben costruita e così ben recitata da far passare in secondo piano l’innumerevole serie di trame parallele, facendoci sempre concentrare su ogni singola storia come se fosse una cosa a sé, senza mai essere né noiosa né frenetica, ma solo bella.
Anche Arya Stark approda, ma nella “Casa del Bianco e del Nero” con la convinzione di ritrovare Jaqen H’ghar utilizzando la moneta. Il vecchio che apre la porta però la respinge negando perfino di conoscere Jaqen. Anche questa volta Arya è costretta a subire un’ulteriore prova di volontà e coraggio a cui il destino sembra aver deciso di sottoporla. Sappiamo bene quanto la giovane di casa Stark sia piena di forza di volontà e i fatti passati la stanno temprando per essere forse un giorno una grande Regina o una grande condottiera. Ora però sotto la pioggia, nominando uno a uno i suoi odiati nemici e giocando con la moneta, è convinta che forse è arrivato il capolinea e getta la moneta di Jaqen nell’acqua.
La ferrea volontà di Brienne di Tarth nell’eseguire le ultime volontà di Catelylin Stark la rende quasi cieca e sorda di fronte ai cambiamenti che la storia e le scelte personali degli eredi di Grande Inverno hanno dovuto fare. Nel breve colloquio a 3 tra Ditocorto, Brienne e Sansa abbiamo una chiara dimostrazione di ciò. Malgrado io ammiri tanto il personaggio di Brienne, la stringente e cinica analisi di Lord Baelish, che non la reputa una protettrice all’altezza (i precedenti certo non aiutano) di Sansa, è condivisibile. Ma quello che ferisce di più la donna in armatura è il secco rifiuto di Sansa, che ora sembra meno arrendevole e sottomessa di qualche mese fa, ai tempi del banchetto in cui Joffrey fu avvelenato. Quello che segue è la logica conseguenza della testarda volontà di Brienne, convinta fino all’ottusità, di esser nel giusto.
Se vi state chiedendo come se la passano Cersei e Jaime ad Approdo del Re… ah, non ve lo state chiedendo? Ok, io ve lo dico lo stesso. Da Dorne arriva una chiara minaccia legata alla morte di Oberyn Martell. Sinceramente di tutte le efferatezze, congiure, veleni, intrighi e chi più ne ha più ne metta, la morte di Oberyn Martell è forse una delle cose della quale i Lannister non possono essere accusati. Infatti anche a Dorne il principe Doran respinge i propositi di vendetta, utilizzando la figlia di Cersei e Jaime, proprio perché si è trattato di un duello (indimenticabile tra l’altro). E lasciatemi aggiungere che se Oberyn avesse ragionato come il buon Tuco de “Il buono, il brutto e il cattivo”, e cioè “si spara (o si trafigge nel caso specifico) non si parla”, forse sarebbe ancora vivo.
Stannis Baratheon si dimostra uomo d’azione ma anche buon governante. Nota subito il forte ascendente che il bastardo Stark ha sugli uomini a guardia della barriera e malgrado abbia mancato ai suoi ordini, uccidendo Mance Ryder prima della fine della pena (bruciato vivo, per inciso), gli offre – a patto della sua lealtà – di prendere il comando di Grande Inverno, affrancandolo dal ruolo di bastardo degli Stark. Jon forse non sa nulla, ma è uomo retto e non ha intenzione di venire meno al giuramento ai Guardiani della Notte e pensa di rifiutare. Lo dice all’amico Samwell durante l’affollata riunione per votare il nuovo comandante dei guardiani. Samwell capisce come pochi l’amico di tante avventure e prende una decisione: lo propone tra i candidati per diventare comandante e con grande sorpresa di molti, riesce a spuntarla di un voto.
Daenerys Targaryen nel frattempo è impegnata nella lotta contro chi vorrebbe restaurare la schiavitù e lo status quo, e cioè i Figli dell’Arpia. Non si tratta però solo di una guerra fatta di attentati e persecuzioni, ma di una prova molto dura per la bellissima regina (sì, mi avete scoperto… adoro Daenerys), anche a livello psicologico. Governare può rendere folli, come le ricorda il buon Barristan Selmy, per il grande potere che si ha sugli uomini e sulla forza con la quale si può decidere il destino di centinaia di migliaia di persone con un solo cenno della mano, e la minaccia portata dall’Arpia non è di semplice soluzione. La madre dei draghi nata dalla tempesta però sta crescendo in autorità e saggezza, dosando abilmente forza e gentilezza e usando la giustizia anche quella crudele in modo accorto. Malgrado ciò è fatta oggetto di lancio di sassi dopo l’esecuzione di un ex schiavo reo di aver ucciso un prigioniero appartenente ai Figli dell’Arpia. A consolarla però dopo questa brutta esperienza ci pensa il ritorno di Drogon (mazza quant’è cresciuto!) .
Tyrion è diretto con Varys all’incontro con Daenerys. Non c’è molto da dire che non raccontino le immagini e il dialogo tra i due. Tyrion lo conosciamo abbastanza per sapere quanto possa essere cinico ma allo stesso tempo accorto. Varys sa che insieme a Daenerys formeranno una coppia terribile e difficilmente battibile in politica e nel campo di battaglia. Restiamo ansiosi di capire come questa unione sarà foriera di novità e cambiamenti nello scacchiere mutevole di Game of Thrones.
Arya Stark ritrova finalmente Jaqen. Non sappiamo cosa l’aspetta dietro la pesante porta bianca e nera, ma siamo certi che non lascerà nulla di intentato per poter vendicare un giorno l’orribile morte del padre Eddard.
Questi due primi episodi sono stati a mio avviso belli ma interlocutori. Una specie di preparazione a ciò che ci aspetta in questa stagione. Spero di essere riuscito a trasmettervi le mie sensazioni sull’episodio in modo chiaro e aspetto i vostri commenti.
Un saluto agli amici di Game of Thrones Italy, Game Of Thrones italian fans, Team Sansa, Le migliori frasi de “The Game Of Thrones” , Jon Snow The Bastard Italia, Nikolaj Coster-Waldau Italia, Game of Thrones italian fans blog
Passo e chiudo.